Da uve Sangiovese selezionate a mano nella storica “Vigna Godenza” nasce un vino che torna alle origini di questo vitigno e del territorio di Predappio.
Con uve Sangiovese coltivate sui pendii argillo-sabbiosi della valle del Rabbi, abbiamo prodotto questo vino veloce e pungente, dalla beva definita compulsiva, un omaggio alla classicità di questo territorio.
Trebbiano coltivato sui pendii emersi che guardano il mare Adriatico.
Un viaggio nel profondo della memoria per ricordare.
L’inverno 2019 sino a febbraio, è iniziato all’insegna del grande freddo, associato a modestissime precipitazioni e abbondanti nebbie. Le condizioni meteorologiche hanno favorito le pratiche colturali invernali pur destando timori per il modesto accumulo di riserve idriche anche ad alta quota.
I mesi di febbraio, marzo e aprile si sono caratterizzati da piogge decisamente sotto la media al nord e al centro (con assenza di nevicate anche in montagna) e temperature decisamente miti.
La flora spontanea e le piante coltivate seppur rallentate dal forte freddo di dicembre e gennaio, spinte dalle temperature alte e dal suolo asciutto e caldo hanno avviato la ripresa vegetativa con oltre 10 giorni di anticipo, in questo quadro la vite non ha fatto eccezione. Tutto il mondo agricolo si è trovato accumunato dalle ansie da siccità e dalle brinate tardive.
In questo scenario che appariva ormai di annata precoce e siccitosa ha fatto irruzione un maggio assolutamente anomalo caratterizzato da notevoli abbassamenti termici (diffusamente e abbondantemente sotto i 5°C di minima ancora a metà maggio), abbondantissime piogge e nevicate sulle alture (protrattesi sulle alpi e nelle vette appenniniche sino alla terza decade di maggio). In questo contesto surreale ed imprevisto si sono registrate notevolissime difficoltà agricole: esondazioni di fiumi in pianura, difficoltà a regimare le acque in collina, azzeramento della produzione di miele, danni alle primizie agricole, nette difficoltà allo svolgimento delle ordinarie pratiche agronomiche con particolare apprensione per la peronospora (soprattutto per la riduzione del rame metallo utilizzabile nei trattamenti a 4 kg ettaro anno).
La vite ha rallentato il suo precocissimo avvio vegetativo, limitando il vigore (e l’emissione di femminelle). L’anticipo di germogliamento è stato completamente assorbito tanto che la fioritura è avvenuta mediamente con 7 giorni di ritardo, a inizio maggio la vite aveva 10 giorni di anticipo e a fine mese ne aveva ben 7 di ritardo.
I primi anticicloni (africani) hanno raggiunto l’Italia nella seconda decade di giugno facendo alzare le temperature e consentendo di riavviare le normali pratiche agricole.
L’estate si è svolta con grande regolarità alternando brevi (ma intensi) anticicloni africani con lunghi e da anni ormai non così abbondanti anticicloni delle Azzorre, ne è conseguito un’estate meteorologicamente di “altri tempi” con picchi di calore intensi ma limitati, piogge regolari, discrete escursioni termiche e umidità mediamente sostenuta. Sporadiche ma intensissime le grandinate e i fortissimi venti.
La vite, laddove non danneggiata dalle avversità fungine e meteoriche, è arrivata a fine estate in condizioni ideali di vegetazione (senza eccessi), quantità (leggermente sotto la media) e timing (con un piccolo ritardo rispetto alle ultime annate ma in linea con gli anni ’90): tutte premesse di una bella annata.
La vendemmia è iniziata a fine agosto per le varietà bianche più precoci e diffusamente dalla terza decade di settembre per i migliori Sangiovese. Uno stupendo ottobre ha consentito di completare le vendemmie in serenità.
I vini hanno indubbiamente rango: un ottimo bilanciamento tra fragranze e concentrazione ed espressioni molto nitide del territorio. Si intravede un grande equilibrio tra sapore, profondità e carattere.
E’ sempre più attuale la riflessione sul ruolo determinante del vignaiolo, della vigna, della disciplina e dell’esperienza come strumenti per fare sintesi tra condizioni ambientali sempre più bizzarre e la necessità di portare pace e lungimiranza al sistema vite-suolo-clima.
Fonte: Francesco Bordini
Tipologia di vino: Vino rosso biologico.
Denominazione: Romagna DOC Sangiovese Predappio.
Localizzazione delle vigne: Cru costituito dalla Vigna Godenza, nell’area di San Cristoforo – Predappio, Forlì.
Altitudine: 300-340 m s.l.m.
Natura dei suoli: Argille color ocra e marne calcaree, con presenza di sabbia.
Caratteristiche dei vigneti: Impianti del 1999, con 4.500 piante per ettaro, allevati a guyot, su antichi pianetti.
Varietà: 100% Sangiovese.
Epoca e modalità di vendemmia: Ultima settimana di settembre, raccolta a mano in cassette da 15kg.
Resa per ettaro: 5.000 kg/ettaro; 1,3 kg per pianta.
Tecniche di Vinificazione: Fermentazione spontanea e macerazione in tini di acciaio a temperatura controllata. Il contatto del vino con le bucce dura 45 giorni; segue la fermentazione malo-lattica, nessuna chiarifica e filtrazione.
Affinamento: 12 mesi in vasche di cemento crudo e minimo 9 mesi in bottiglia.
Numero bottiglie prodotte: 6.000.
Prima annata prodotta:2013.
Tipologia di chiusura: Tappi di sughero naturale.
Tipologia di vino: Vino rosso biologico.
Denominazione: Romagna DOC Sangiovese Superiore.
Localizzazione delle vigne: San Cristoforo – Predappio, Forlì.
Altitudine: 250-300 m s.l.m.
Natura dei suoli: Argille color ocra e marne calcaree.
Caratteristiche dei vigneti: Impianti del 2002, con 4.500 piante per ettaro, allevati a Guyot.
Varietà: Sangiovese 100%.
Epoca e modalità di vendemmia: Seconda decade di settembre, raccolta mano, in cassette da 15kg.
Resa per ettaro: 6.700 kg/ettaro; 1,5 kg per pianta.
Tecniche di Vinificazione: Le uve Sangiovese dei differenti cloni sono vinificate in vasche separate. Fermentazione spontanea e macerazione in tini di acciaio a temperatura controllata. Il contatto del vino con le bucce dura mediamente 18 giorni; segue la fermentazione malo-lattica, nessuna chiarifica e filtrazione.
Affinamento: 70% in acciaio e 30% in cemento per 8 mesi e minimo 4 mesi in bottiglia.
Numero bottiglie prodotte: 32.000.
Prima annata prodotta:2013.
Tipologia di vino: Vino Bianco biologico.
Denominazione: Romagna DOC Trebbiano.
Localizzazione delle vigne: San Cristoforo – Predappio, Forlì.
Altitudine: 200 m s.l.m.
Natura dei suoli: Argille color ocra ricche in calcare e minerali sulfurei.
Caratteristiche dei vigneti: Impianti del 2001-2012, con 4.500 piante per ettaro, allevati a Gouyot.
Varietà: 100% Trebbiano – Trebbiano Romagnolo e Trebbiano di Spagna.
Epoca e modalità di vendemmia: Prima settimana di settembre, raccolta a mano, in cassette da 15 kg.
Resa per ettaro: 9.000kg/ettaro; 2kg per pianta.
Tecniche di Vinificazione: Fermentazione spontanea in acciaio del mosto di Trebbiano con una piccola quota di bucce in macerazione.
Affinamento: 6 mesi in acciaio sulle fecce fini con una piccola quota di bucce e minimo 4 mesi in bottiglia.
Numero bottiglie prodotte: 10.000.
Prima annata prodotta: 2014.
Tipologia di chiusura: Tappi a vite.
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